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김운찬 부산외국어대학교 지중해연구소 2002 지중해지역연구 Vol.4 No.1
Secondo Peirce, e` segno qualsiasi cosa che "sta per" qualcosa d′altro sotto qualche aspetto. In seguito alla definizione, Eco osserva che "la semiotica, in principio, e` la disciplina che studia tutto cio` che puo` essere usato pet mentire", dato che questo qualcosa d′altro puo`essere assente nel momento in cui il segno sta in luogo di esso (1975). In altre parole il segno puo` funzionare indipendentemente da dio′ che lo origina, e puo` affermare la propria esistenza del tutto autonoma, con propria forza di significazione e comunicazione. Questa osservazione mette in dubbio il concetto stesso della "menzogna". A volte e`assai difficile determinare se un enunciato sia menzogna o no, perche′non e` piu′ possibile verificarlo, quando in specie non riguarda alla realta′ reale. Questo perche′, seguendo la nozione del "mondo possibile" di Eco (1979), la realta`come mondo di riferimento non e` altro che un altro mondo possibile che dipende dagli atteggiamenti proposizionali. In questo senso ogni enunciato sta in bilico tra il vero e il falso, finche′ non sia accettato tale da un consenso di interpretazioni spesso contrastanti. Ne′ la intenzione del parlante (o intentio auctoris) puo`servire come un criterio assoluto di giudizio. Ogni discorso allora implica e nasconde una possibilita′ di menzogna, e parafrasando appositamente il Fabbri (1992) si potrebbe dire in un senso che "siamo tutti agenti doppi".
김운찬 한국이어이문학회 2002 이탈리아어문학 Vol.11 No.-
Nella ricchissima produzione saggistica e letteraria di Umberto Eco si puo' individuare una certa coerenza argomentativa di temi: una riflessione costante sulla natura e il meccanismo dei segni. Infatti egli ha piu' volte affermato di aver messo nei suoi romanzi cio' che di cui non si puo' teorizzare. Nel Lector in fabula (Bompiani, 1979) Eco mette in luce diverse strategie testuali che un lettore empirico puo immaginare nel corso della lettura come fatte dall'Autore Modello, o che l'autore empirico ci dispone aspettandosi che possano venire individuate dal Lettore Modello. Allora si potrebbe aspettare che Eco come romanziere abbia disposto nei suoi romanzi altrettante strategie. E una delle quali e' quella del "narrare", che a prima vista sembra semplice, ma in realta' alquanto complicata. Non e' omogeneo il modo di narrazione in quattro romanzi, perche' pare spesso che ci siano piu' narratori invece che uno; per esempio ne I l nome della rosa ci sono sovrapposte delle voci implicite oltre a quella di Adso, autore vero del manoscritto, cosi che non si potrebbe dire che egli e' il narratore autentico. Invece ne L'isola del giorno prima e nel Baudolino fa la narrazione una terza persona (che sarebbe Eco come autore empirico), ma spesso interviene il protagonista a narrare in prima persona. Cosi le diverse voci implicite spostano continuamente il quadro o il punto di vista della narrazione. Il variare di voci di narrazione serve soprattutto a coinvolgere il lettore nelle vicende come se le guardasse direttamente da vicino. Dunque nei romanzi di Eco il modo di narrare diventa una strategia testuale che renda piu' verosimile il racconto, che in fondo non e' altro che un "mondo possibile" creato appunto nell'immaginazione dell'autore.
김운찬 한국이어이문학회 2003 이탈리아어문학 Vol.13 No.-
Le opere narrative di Umberto Eco hanno degli stretti rapporti con la sua attivita` saggistica e in particolare con la sua teoria semiotica, mettendo in luce narrativamente alcuni problemi semiotici che non sono spiegabili pienamente solo con la teorizzazione o coi modelli metodologici. Uno dei problemi piu` problematici della semiotica riguarderebbe il piano del contenuto di un segno, che come "unita` culturale" non ci permette di fissare il suo significato in modo perenne e universale, perche' puo` essere anicchito di continuo di nuovi registri enciclopedici nel corso storico e culturale. Se, come osserva Eco nel suo Trattato di semiotim generale, e` segno tutto quello che puo`essere assunto per mentire, esso puo` veicolare sia il vero che il falso nel corso della propria funzione segnica. Allora un testo compost0 di diversi segni potrebbe condurre almeno in principio alle infinite possibilita` di interpretazioni. In tutti i romanzi di Eco e` facile trovare osservazioni o situazioni riguardanti questa natura del sengo; quasi tutte le vicende principali si svolgono partendo dai falsi creati dai segni di diversi tipi (unica copia del secondo libro della Poetica aristotelica, Biblioteca, un misterioso manoscritto, il genere Romanzo, la Colomba Color Arancio, il leggendario regno di Prete Giovanni ecc.) e dalle loro interpretazioni erronee o false, le quali coinvolgono i personaggi in drama fatale. Cosi un oscuro pezzo di manoscritto, una lettera falsificata, o un Emblema enigmatica piu` appassionare il protagonista trascinandolo in vicende piu` avventurose. Di qui si rivela la "forza" del segno che si esercita sulla vita umana a seconda della interpretazione, sia pure falsa o no. E infatti molti eventi della storia umana sono causati dalla falsa interpretazione di qualche segno, conducendo talora a una visione pessimistica dell'idea stessa del vero. In questo senso le opere narrative di Eco raccontano i problemi della semiotica che studia la vita dei segni nell'ambito nella vita sociale come ha osservato Saussure, e in particolare sembrano provare la sua ipotesi metodologica della "teoria della menzogna" che si sviluppa poi nella semiotica interpretativa.